Facebook Malattia (e gli altri social network)
Premessa:
Con un quaderno puoi uccidere una mosca, accendere un fuoco, scrivere appunti.
Se puoi farlo non significa però che sia corretto.
Infatti il quaderno nasce per portare appunti.
Tutti gli altri usi sono possibili, ma sbagliati.
Conoscevo una ragazza.
Conoscevo una ragazza che, come tante altre ragazze nel fiore degli anni, era un po’ timida ma anche un po’ curiosa.
Ogni tanto le piaceva fare un giretto in bici, nei tiepidi e tranquilli pomeriggi tardo-primaverili.
Parlava poco, ma se le andava era una buona compagna di chiacchierate.
Le piaceva la compagnia come la solitudine; stava insieme ad amici e parenti in modo forse un poco chiuso, ma comunque presente e attivo, mentre in solitudine cantava.
Non importa se la canzone veniva un po’ stonata, ma cantava.
Era anche il tempo, ricordo, in cui a Natale si occupava PERSONALMENTE nella scelta dei regali da fare alle persone più vicine, me compreso.
Nonostante non godesse ancora di una sua libertà economica, aveva comunuque la buona e genuina volontà di pensare a tutti!
Quando veniva a trovarci stava accanto alla sua sorellona, accoccolandocisi sul divano guardando la TV; oppure assieme al sottoscritto per mordaci partite con i videogiochi.
A volte aveva un gradito spirito di iniziativa: ricordo come fosse ieri quando mi chiese se la portavo a fare un giretto in moto!
Il bozzolo.
Oggi…
Oggi questa ragazza è mutata.
Generalmente le ragazze, verso i 18 anni, sono come le farfalle che escono dal bozzolo e si riscoprono femmine.
Ma non è questa, ahimè, la mutazione che ha subìto.
Viceversa, sembra sia tornata in uno stadio larvale, chiudendosi in un bozzolo al riparo dal mondo esterno.
Questo bozzolo è etereo, trasparente, impalpabile.
Si chiama Social Network.
Ore e ore china su un netbook che prima o poi le chiederà il conto in termini di salute ossea, oculare e sociale.
Con le mani in una posizione a dir poco agghiacciante e disumana, passa rapidamente dalle lettere della tastiera al mouse pad per saltare da Facebook a Netlog, da Badoo a Messenger… tutti aperti contemporaneamente.
La sua libertà, che tanti possono solo sognare…
La sua gioventù, che tanti possono solo ricordare e rimpiangere…
Il suo tempo libero che NESSUNO le darà mai più indietro, una volta finita la scuola…
Tutto risucchiato in un vortice affascinate quanto mortale chiamato Social Network.
La scuola…
E’ stata rimandata in settembre, in IV superiore…
Durante l’estare era troppo occupata a curare il suo luccicante (ma fintissimo) bozzolo per curarsi di riparare le materie azzoppate.
E così si è presentata agli esami di recupero senza sapere nulla.
Bocciata.
Ecco il PRIMO TRIBUTO che ella deve pagare per il Social Network.
Il Sistema ha preteso qualcosa in cambio alle ore passate a “divertirsi” su internet, in barba al suo naturale dovere sociale di studiare.
Dovere Sociale… Nei confronti dei suoi genitori, che la mantengono in tutti i sensi e che spendono fior di quattrini per mandarla a scuola, darle un diploma che per i prossimi 40… 50… 70 anni le permetteranno di non chiedersi quanto fosse stupida, e di costruirsi un futuro più sopportabile, un lavoro piacevole e una libertà economica per lo meno sufficiente.
Sociale… Nei confronti della sua stessa intelligienza, che dovrebbe mettersi al sevizio della comunità, perchè il bene comune deriva inscindibilmente dal bene del singolo.
Sociale… Lei sta appunto “studiando” nel ramo… potrebbe diventare una maestra di asilo nido.
Ma chi affiderebbe i propri piccoli ad una maestra con un tale curriculum scolastico? Io no.
Una ragazza così bella, così fortunata.
Ora non è altro che uno squallido profilo su un social network.
Ecco cos’è diventata.
Non è più una persona, è un profilo.
Social Network… (da ora SN) Un mondo luccicante di minigiochi, pagine divertenti, foto suadenti… TUTTO FINTO. FINTISSIMO.
Centinaia di amici che nemmeno sai chi sono e non ricordi come mai sono diventati tuoi amici.
Vetrina di immagini e foto tutte simili, che ritraggono le persone in modo da far vedere solo i loro lati migliori.
Amici che fanno solo massa, numero… quasi sia una dose giornaliera di una droga che comincia a prendere il sopravvento sulla tua volontà.
Una cortina di fotografie che in confronto il cimitero di Londra sembra un quadro astratto.
L’unico segnale che il cervello funziona ancora è l’impulso ormai involontario di continuare a cliccare il pulsante per aggiornare la bacheca, o per sbirciare convulsivamente i messaggi e le pagine degli “amici”.
Amici?
E chi sono?
Nella migliore delle ipotesi sono persone che conosci da qualche mese.
Mi rivengono in mente quelle massime che voi ragazze amate dipingere sui diari… una tra tante:
“Non basta una vita intera per conoscere una persona”.
Verissimo.
E una persona che conosci da una manciata di giorni la chiami “AMICO”?
Il termine corretto è conoscente.
Io e lei da quanto ci conosciamo? 12 anni.
Davvero pensa di conoscermi bene? Io non credo… e sono 12 anni.
Nella peggiore delle ipotesi, invece, sono assoluti ignoti.
Che senso ha? Tutto nella vita deve avere un senso.
Riesce a dare un senso agli oltre 200 “amici” perfettamente sconosciuti?
E’ o non è un paradosso?
Non so se si rende conto del danno che si sta facendo.
E’ una ragazza orgogliosa: so che se sta leggendo queste righe pensa che io stia esagerando, che non è vero che passa troppo tempo sui SN…
Ma cosa farebbe se per una settimana l’accesso ad internet le fosse negato?
Sarebbe in grado di organizzarsi una settimana senza SN?
Cosa potrebbe mai fare in un mondo che offre infinite attività, da sotto ai tuoi piedi fino a guardare le stelle?
Credo proprio che non saprebbe… non sarebbe più capace di concepire una sola giornata senza controllare il suo profilo sui SN.
E anche se ne fosse forzata, sentirebbe il desiderio più o meno intenso ed esplicito di tornare nel suo bozzolo… un desiderio tanto forte quanto inconscio e insospettabile.
La prova più evidente di tale assuefazione risiede in una sua stessa frase, detta al ritorno dopo una settimana di tirocinio scolastico lontana da casa: “Finalmente torno dal mio computer.”
Amicizie virtuali, false, non reali… ormai hanno la meglio sulle amicizie reali.
Non partiva da un posto lasciando amici, tornando in un posto dove ci sono persone VERE che le vogliono VERAMENTE bene.
No.
Il suo computer.
E se si rompe? Funerale e lacrime? Vestita a lutto per un anno?
Vederla ridotta ad uno squallido profilo mi spezza il cuore.
Mi fa preoccupare.
Sta costruendosi un futuro che non esiste.
E si che non è stupida, anzi…
Ma come spesso accade, l’intelligenza e la volontà possono essere tanto alleate quanto arcinemiche.
L’epilogo è abbastanza semplice.
La volontà è più forte dell’intelligenza.
Se essa non vuole collaborare, l’intelligenza da sola non basta.
Il social network, pian piano, ti inghiottirà.
So che i consigli sono duri da digerire.
E diventano scomodi quando non lo hai nemmeno chiesto, il consiglio.
Diventano anche fastidiosi quando toccano un nervo scoperto della propria personalità errata.
La tua coscienza ti sussurra che… ma tu non hai orecchio.
Ma per stavolta, Marzia, accetta il consiglio.
Fatti un po di autocritica e pensa.
Se tutte le persone che ti conoscono meglio, che ti vogliono più bene, che ti sono da sempre e per sempre vicine ti dicono che stai sbagliando…. e sono persone che hanno visto molte più cose di te, hanno ossa, testa e cuore pieni di cicatrici per tutti gli errori che hanno fatto in gioventù… e stanno cercando NON di ROMPERE LE BALLE, ma di PROTEGGERTI da quelle stesse ferite che loro portano, pesanti come macigni, con loro… beh… non ti viene il sospetto che possano avere ragione?
“Solo due ore alla sera”
“Cambio la password al router”
“Ti porto via il computer”
A te sembrano minacce.
Le interpreti così perchè ti danno fastidio.
In fondo al cuore sai che non sono atte a farti del male, ma tu ora ti senti “GRANDE”, pensi di non essere più quella ragazza ingenua di “una volta”… che hai aperto gli occhi… che sai riconoscere cose che prima non vedevi e bla bla bla.
Pensi di essere autosufficiente e di essere padrona della tua vita.
Ma devi ancora scoprire che “essere padroni” non significa “fare ciò che vuoi”, bensì “fare ciò che devi”.
So che non riesci ancora a concepire e, soprattutto, accettare il concetto.
Te ne accorgerai presto.
Stai prendendo alla leggera il fatto di dover ripetere la Quarta superiore.
Non sarai così menefreghista quando, cercando lavoro, scoprirai che questo tuo “fare ciò che vuoi” ti ostacolerà. E allora capirai che la tua libertà è strettamente legata al tuo dovere.
Se non fai quello che devi, limiti la tua libertà.
Purtroppo questa causa-effetto ha tempi di reazione molto lunghi, ma ti voglio fare un esempio più concreto.
Tu puoi decidere a che ora spegnere la luce, la sera.
Oppure DEVI adattarti in base all’ora di sveglia?
Lo hai provato sulla tua pelle.
Andando a dormire all’ora che vuoi, paghi le conseguenze il giorno dopo.
Non solo. Avendo anche il ciclo mensile, un sonno sregolato amplifica il dolore.
Sei ancora convinta che la tua scelta di “volere” sia saggia, rispetto al “dovere”?
Io sono preoccupato.
Tua sorella è preoccupata.
Tua mamma è preoccupata.
Tuo papà e a suo modo anche tuo fratello…
Tua Zia, tua nonna…
Alcune persone manifestano questa preoccupazione urlandoti di spegnere il PC, altre ti punzecchiano con frecciatine, altre si rattristano, altre non dicono nulla e soffrono di nascosto.
E’ questo quello che vuoi?
Alla fine di tutto che contributo pensi diano questi SN alla tua crescita sociale e culturale?
Cosa ti danno a fine giornata?
Sei soddisfatta o porti dentro un sottile senso di infelicità?
Un senso di… qualcosa che non c’è?
Quando scoprirai il POTERE degli stimoli, capirai cosa NON è un mondo fittizio.
Uno stimolo è quella cosa che ti fa salire l’adrenalina, che ti fa battere il cuore, che ti fa piangere di gioia o di commozione, che ti fa gioire per il vento nei capelli, per la risata di un amico, per la velocità lungo l’asfalto, per una partita a carte, per una serata genuina con chi ti vuol bene….
Gli stimoli sono il nettare della nostra voglia di vivere, del nostro sentirci parte di un mondo che ha tante cose da correggere, ma che è anche meraviglioso.
Ed è tutto li, ad un metro dal tasto POWER di questo stesso PC su cui stai leggendo.
Sii davvero la ragazza che vuoi essere.
Spegni.
Ci sono cose che il tempo non può accomodare. Ferite talmente profonde che lasciano un segno. (LoTR)